Primi in Italia per tasso di occupazione: i laureati Poliba anche quest’anno al top nell’indagine di Almalaurea

Diminuisce anche l’età dei laureati: performance migliori della media Italiana. E le donne guadagnano il 13% in più. Il rettore Cupertino: «Il Paese ha bisogno dei nostri talenti»

Il Politecnico di Bari si conferma, per il secondo anno consecutivo, l’università con il più alto tasso di laureati magistrali occupati in Italia. Il dato è contenuto nell’ultimo rapporto di Almalaurea, il più grande consorzio nazionale tra atenei, che pubblica ogni anno un’indagine sul profilo dei laureati e la loro condizione di lavoro. A cinque anni di distanza dal conseguimento del titolo, i laureati magistrali Poliba dichiarano di svolgere un lavoro regolarmente retribuito nel 97,7% dei casi, dimostrando una capacità di inserimento nel mondo del lavoro maggiore rispetto a molte altre realtà di eccellenza, come il Politecnico di Torino (92,9%) e lo Iuav di Venezia (95,7%).

Inoltre, il Politecnico di Bari ha migliorato la sua performance rispetto all’indagine Almalaurea dello scorso anno: nel rapporto 2022, infatti, aveva un tasso di occupazione del 96.5%, seguita a poca distanza dall’Università Politecnica delle Marche (96.2%) e dallo stesso IUAV (95,4%). Nell’edizione 2023 del rapporto, invece, aumenta il distacco dalla seconda università meglio posizionata (in questo caso il Campus biomedico di Roma, a quota 96.8). Anche i risultati occupazionali più immediati sono ottimi: ad un anno di distanza dal conseguimento della magistrale, i laureati del Politecnico di Bari risultano occupati nell’89.6% dei casi, presenti nella top-five di Almalaurea insieme con le Università di Modena (89,4); il Politecnico di Torino (90,7); la Liuc di Varese (91) e l’Università di Brescia (93,2).

Buone notizie anche per quanto riguarda l’età media dei laureati, che per il Politecnico continua a diminuire in questo ultimi anni. Nel 2022 si è attestata a quota 24,8 anni, quasi dieci mesi in meno rispetto alla media dei laureati del Sud Italia e quattordici mesi meno della media nazionale. Un dato che sfata, dunque, il pregiudizio sulla inevitabilità dei lunghi tempi per laurearsi in ingegneria. Da segnalare, inoltre, il dato sulla retribuzione media delle laureate al Politecnico: le donne Poliba guadagnano il 13% in più delle colleghe laureate nel resto d’Italia.

La ricerca di Almalaurea si basa sulle interviste fatte ad un campione rappresentativo della popolazione studentesca, in ciascuno degli atenei aderenti al consorzio, in diversi momenti rispetto al conseguimento del titolo, o dei titoli, perché riguarda sia i laureati di primo livello, sia quelli magistrali. «È evidente che il Politecnico di Bari rivesta ormai un ruolo fondamentale per il mercato del lavoro – commenta il rettore Francesco Cupertino – garantendo laureati di qualità dei quali il Territorio e il Paese hanno sempre più bisogno, per centrare gli obiettivi di sviluppo sostenibile dei prossimi anni». Aumenta, infatti, la richiesta di ingegneri e di altri profili tecnico scientifici da parte delle aziende, soprattutto in ambito digitale, energia, mobilità.

Lo dimostra, per esempio, il successo di iniziative come la Career Fair Poliba, la fiera del lavoro in cui le aziende incontrano i neolaureati, svoltasi ieri nel Campus, con la partecipazione di 64 aziende (erano 55 nell’edizione dello scorso anno) e centinaia di neolaureati che si sono presentati ai vari stand per proporre le proprie candidature.

«La presenza nel Sud Italia di un’eccellenza come il Politecnico – riprende il rettore Cupertino – è un grande fattore di attrazione per la Puglia, che si aggiunge a quelli del clima straordinario, delle bellezze naturali e dell’ottima qualità della vita, ragion per cui siamo impegnati, insieme con la Regione, con le aziende e con gli enti territoriali, a valorizzare il territorio e a renderlo più attrattivo a livello internazionale. Con un buon gioco di squadra – conclude il rettore Cupertino – possiamo fare della Puglia un grande polo di attrazione e un laboratorio di innovazione per i giovani talenti che hanno voglia di restare, o di venire qui a studiare, a specializzarsi, ad investire in progetti di nuova impresa».

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