“VIESTE – IL FARO DI SANTA EUFEMIA” UN LIBRO DI VISIONI STRATEGICHE

Edito da Adda, è il volume conclusivo della collana “Fari dell’Adriatico”. Uno strumento per indirizzare nuove politiche di valorizzazione del Territorio

Si intitola “Vieste, il faro di Santa Eufemia” ed è il volume conclusivo della collana “Fari dell’Adriatico”, un progetto editoriale per la valorizzazione del patrimonio infrastrutturale, architettonico e paesaggistico pugliese, dalla forte propensione alla sinergia con i territori dell’area balcanica. Il libro è stato appena pubblicato da Adda ed è curato, come i cinque precedenti volumi della collana, da Nicola Martinelli e Giuseppe Carlone, docenti del Politecnico di Bari, con contributi di studiosi, ricercatori, architetti e designer, accademici e liberi professionisti.

Dalla dettagliata ricostruzione storica alle più audaci proposte di riconversione, il volume è una raccolta di visioni strategiche e di saggi tematici, arricchito di belle fotografie e interessanti schede tecniche. “Protagonista” è sempre il faro di Vieste, incastonato con sapienza architettonica e logistica sull’isolotto di Sant’Eufemia (antico avamposto di difesa del centro abitato) appena fu compiuta l’Unità d’Italia. Tuttavia, la pluralità dei contributi conferisce all’unico protagonista una varietà di prospettive che si collocano nel solco delle più recenti strategie europee per il Mare, ma nel rispetto dei luoghi e della memoria storica.                     

Il faro di Vieste sull’isolotto di Santa Eufemia. (Le foto sono di Giorgio e Nicola Amato)

“Fari dell’Adriatico”, la cui prima opera è stata pubblicata nel 2016, è infatti un progetto con un forte orientamento progettuale, quindi uno strumento di sostegno alle istituzioni che vogliano attuare nel territorio politiche di valorizzazione del patrimonio infrastrutturale, architettonico e paesaggistico.

L’iniziativa è promossa dall’Unità di ricerca del Dicar (dipartimento di Scienze dell’Ingegneria civile e dell’Architettura) del Politecnico, ai quali entrambi gli autori fanno capo, attraverso il Network di Ricerca Cammino dei Fari Italiani, in collaborazione con il dipartimento Turismo, economia della cultura e valorizzazione del territorio della Regione Puglia.

Veduta aerea con il centro abitato sullo sfondo

«In particolare i volumi danno voce al progetto regionale per la valorizzazione sostenibile e la tutela attiva dell’area adriatica meridionale» spiega il professor Martinelli, che al Politecnico di Bari è professore ordinario di Urbanistica, da circa quindici anni impegnato nella ricerca scientifica sulla gestione costiera integrata. «L’obiettivo – aggiunge Martinelli – è sviluppare un modello sostenibile di riuso e sviluppo del patrimonio costituito dai fari, affascinanti sentinelle dei mari, come già è stato fatto in molte aree europee, coniugando la loro funzione storica all’accoglienza della domanda turistica e alla loro tutela e alla valorizzazione come beni culturali».

Non a caso l’opera è stata presentata di recente in un evento live streaming in collaborazione con il Centro Mare di Arpa Puglia. «Un ottimo esempio di attività di terza missione – ha commentato il rettore del Politecnico, Francesco Cupertino – perché ha l’obiettivo di valorizzare e attualizzare un patrimonio unico, anche nell’ottica della collaborazione tra le due sponde del Mediterraneo».

L’isolotto è un’antico avamposto di difesa per la città

Infatti, parallelamente a questo progetto editoriale, l’Unità di ricerca che coinvolge Dicar e Dicatech è impegnata in un progetto transfrontaliero Italia – Grecia, dal titolo CoHeN (Coastal Heritage Network), che si inserisce nella strategia europea dei mari, con l’obiettivo di potenziare il turismo costiero finalizzato a due obiettivi importanti di cui si parla tanto e da tempo: sostenibilità e destagionalizzazione.

Ancora nessun commento

I commenti sono disabilitati