Il vero volto del Beato Giacomo: l’immagine ricostruita in 3D nei laboratori del Politecnico di bari

la statua a mezzo busto è esposta nel Santuario di Bitetto. L’ha realizzata il team di ricerca del professor Luigi Galantucci partendo da una scansione dei resti mortali

9 ottobre 2023

Il volto del Beato Giacomo è stato finalmente svelato. Lo si può ammirare nel santuario di Bitetto a lui dedicato, dov’è esposta, da sabato scorso, la prima statua a mezzo busto del venerato frate, realizzata sulla base delle sue spoglie mortali al termine di un complesso lavoro di scansione tridimensionale, analisi forense e ricostruzione facciale digitale.

Lo ha eseguito un team di ricerca coordinato dal professor Luigi Galantucci del Politecnico di Bari, in collaborazione con la Scuola di specializzazione di Medicina legale dell’Università degli studi “Aldo Moro”. Il manufatto è stato presentato sabato sera nel santuario, durante una tavola rotonda intitolata Il volto del Beato – quando l’immaginazione cede il passo alla realtà, alla quale hanno partecipato i protagonisti del lavoro e i rappresentanti della comunità francescana provinciale.

Al centro, accanto al mezzobusto del Beato, il professor Luigi Galantucci con i suoi collaboratori

Il Beato Giacomo di Bitetto, al secolo Giacomo Varingez, detto “Illirico” fu un frate francescano croato, nato a Zara nei primi del 1400, vissuto e morto nel convento bitettese, nel 1496. Diverse fonti raccontano delle sue gesta, ritenute miracolose, in particolare del conforto materiale e spirituale che il frate, con grande coraggio e carità cristiana, dette agli appestati dal 1480 al 1483, proprio a Bitetto.

Il suo apostolato è rimasto impresso nella memoria della cittadinanza, a tal punto da ritenerlo responsabile dell’immunità del paese quando una nuova ondata di peste si ripresentò a Bitetto quasi due secoli più tardi e che gli valse l’elezione di Compatrono. Il suo corpo, ritrovato incorrotto nel sepolcreto del santuario, è esposto nel santuario alla venerazione dei fedeli. È stato questo il punto di partenza, tra mille difficoltà, del lavoro eseguito dal professor Galantucci e i suoi collaboratori.

Il primo passo, infatti, è stato la scansione tridimensionale fotogrammetrica, realizzata in condizioni di ripresa molto difficili, a causa dell’impossibilità di muovere il corpo del Beato e della sua teca di protezione.

Le operazioni per l’acquisizione fotogrammetrica sulla teca del Beato Giacomo

Tramite la scansione, tuttavia, i ricercatori hanno elaborato un modello 3D digitale del volto del frate, senza la necessità di estrarre il corpo dalla sua urna. Sulla base della scansione 3D sono state applicate tecniche di analisi forense e di ricostruzione facciale digitale, eseguita dal laureando Antonio Rana, del Politecnico, seguendo le ricerche di Cicero Moraes, designer brasiliano molto noto nel campo della ricostruzione facciale forense.

Sul modello digitale sono stati poi applicati virtualmente gli spessori dei tessuti molli, che hanno costituito le linee guida per la vera e propria ricostruzione, dando infine forma al volto del Beato. Il manufatto è stato realizzato con tecniche di fabbricazione additiva (stampa 3D) nel laboratorio di Prototipazione rapida e Reverse engineering del Dipartimento di Meccanica, Matematica e Management del Politecnico di Bari e consegnato ai frati del santuario di Bitetto.

Il tocco finale del completamento artistico lo ha dato fra Giuseppe Piarulli, che dopo aver ottenuto un calco in terracotta dall’originale, ha completato la definizione dei lineamenti dal volto e la sua colorazione fotorealistica, rimanendo fedele anche ai dipinti che rappresentano il volto vivente del frate, coniugando così arte e tecnologia.

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