Dal progetto nazionale Stimare, gli studi, le osservazioni, le proposte per tutelare la costa pugliese e romagnola

STIMARE AEREA

Ambiente. Poliba e Unibo alla Camera dei Deputati, per presentare i risultati del progetto.
In Puglia: Margherità di Savoia, l’ombelico del fenomeno erosivo costiero. Monopoli, la ricostruzione sperimentale della spiaggia di Porta Vecchia

Lo sviluppo costiero della penisola italiana e delle sue isole è di quasi 8000 km (circa metà è sabbiosa), un po’ meno del Brasile che ne ha quasi 7.500, mentre Spagna o Francia non arrivano a 5000 km. Da queste proporzioni si intuisce quanto siano significative le coste in Italia.
Nel nostro Paese i cambiamenti climatici, ma soprattutto l’azione antropica continua dell’uomo sul territorio nei ultimi sessant’anni ha accelerato i processi naturali erosivi costieri, soprattutto sabbiosi, moltiplicando gli effetti e i riflessi, a volte di non ritorno. La difesa e la tutela di tale lunga linea di fronte nazionale richiede studi, comportamenti, scelte ed enormi investimenti poco sostenibili economicamente. Necessarie dunque, appaiono le priorità d’intervento per aree geografiche.
Dopo le regioni Sardegna e Sicilia (che però sono isole) la Puglia è quella con maggiore estensione costiera, ben 870 km! Qui il fenomeno dell’erosione appare evidente e grave in alcuni tratti da nord a sud. Anche l’Emilia-Romagna con i suoi 135 Km di costa, costituita prevalentemente da spiaggia quasi continua bassa e sabbiosa, assegna al fenomeno grande rilievo per i riflessi che produce nel turismo (108 km sono adibiti alla balneazione!).

Due università: quella di Bologna e Bari Politecnico, grazie al Progetto di Ricerca STIMARE (Strategie Innovative per il Monitoraggio e l’Analisi del Rischio Erosione),finanziato del Ministero dell’Ambiente, della Tutela del Territorio e del Mare, hanno studiato e monitorato negli ultimi due anni lo stato del fenomeno erosivo della costa adriatica in quattro siti specifici, Cervia, Riccione, Monopoli, Margherita di Savoia con l’obiettivo di sostenere la salvaguardia e la resilienza del patrimonio ambientale costiero.
I risultati, le valutazioni sono state presentate dai referenti di progetto: prof. Renata Archetti (Unibo) e prof. Leonardo Damiani (Poliba) alla Sottosegretaria alla Presidenza del Consiglio per l’innovazione tecnologica e la transizione digitale sen. Assuntela Messina lo scorso 2 luglio in una apposita conferenza stampa presso la Camera dei Deputati. 

Da sinistra: Prof. Leonardo Damiani (Politecnico di Bari), Senatrice Assuntela Messina, Prof.ssa Renata Archetti (Università di Bologna).

Pur manifestandosi in modi e tempi diversi in Puglia e in Romagna, l’erosione costiera, che consiste in un’alterazione dell’equilibrio naturale, si manifesta in perdite di intere aree e del loro relativo valore economico e ambientale.
Spesso si associa l’idea di coste a spiagge per uso turistico, ma le spiagge sono anche la linea di interfaccia tra mare e terra e la loro corretta gestione ed il loro mantenimento diventano fondamentali nella corretta pianificazione della gestione del territorio sia adesso sia in futuro, tenendo conto delle emergenze da affrontare, come quella dei cambiamenti climatici. 

Il progetto Stimare ha analizzato gli impatti di due tecniche di difesa: drenaggio delle spiagge e eiettori, ha analizzato dati, implementato sistemi di monitoraggio a basso costo, sondato la percezione del rischio di erosione da parte dei cittadini.
In tale contesto, il monitoraggio delle spiagge è risultata un’attività strategica e funzionale nella pianificazione e gestione della costa, per comprendere l’evoluzione costiera a breve e a medio-lungo termine, per condurre analisi sulle dinamiche costiere e valutare l’efficienza delle strategie messe in pratica e da adottare in futuro non per la salvaguardia della spiaggia stessa, ma anche per le inevitabili ricadute sul settore turistico. Perciò, sono state implementate videocamere intelligenti, capaci di rilevare ed interpretare in tempo reale l’evoluzione della linea di riva, anche mediante droni; sono stati realizzati rilievi topografici. La disponibilità dei big data raccolti permetterà, mediante tecnologie digitali (cloud, capacità di calcolo, intelligenza artificiale e analisi dei dati) di realizzare un ‘digital twin’, cioè un ‘gemello digitale’ del sistema mare/costa sul quale ‘testare’ scenari climatici, fattori di stress antropici o strategie politiche del Green Deal. Tutto ciò fornirà misure per migliorare la gestione del rischio di catastrofi, sviluppare piani territoriali, riferire sullo stato dell’ambiente, sulle attività costiere e misurarne l’impatto.

La Puglia. Lo studio condotto nell’ambito del Piano Regionale delle Coste ha evidenziato, attraverso l’analisi della linea di costa riferita agli anni 1992, 2000 e 2005 un arretramento medio del 4,6%, che è un valore inferiore a quello rilevato dall’APAT nel periodo 1950/2000, pari al 21,4%, per scostamenti di linee di costa superiori ai 30 metri. Tali risultati indicano che i fenomeni erosivi più intensi sono intervenuti prima del 1992, con un andamento decrescente nel periodo successivo. Se da un lato, dunque, il trend appare confortante, d’altra parte è da considerare che i tratti ancora oggi in erosione coincidono, in genere, con quelli che hanno già subito precedentemente forti arretramenti, per cui ulteriori azioni erosive, anche se di piccola entità, potrebbero determinare la scomparsa completa dell’arenile. Gli studi condotti nel corso degli ultimi anni confermano, peraltro, lo stato di sofferenza della maggior parte delle spiagge sabbiose pugliesi, imputabile principalmente alla crescente pressione antropica, alle variazioni climatiche che hanno determinato una modifica delle condizioni meteomarine, nonché alla riduzione degli apporti solidi, per la sistemazione di falesie e corsi d’acqua. Gli ultimi studi condotti in riferimento al periodo 2005-2017 mostrano come circa il 33.2 % delle coste sabbiose siano stati interessati da fenomeni erosivi.

Monopoli. Nel luglio 2019 è stato eseguito un intervento di ripristino dell’arenile di Cala Porta Vecchia, a margine del centro storico finalizzato a fronteggiare la scomparsa dei sedimenti sull’arenile ad opera delle mareggiate invernali. L’intervento è consistito nella movimentazione di dei sedimenti sabbiosi (c.a. 2000 m3) prelevati dai fondali antistanti, entro la profondità di chiusura, e ridistribuiti sull’arenile, con conseguente avanzamento della linea di riva di 10 m. Al fine di monitorare l’efficacia e la durabilità di tale tipo di intervento sono stati eseguiti dei rilievi ante e post operam mediante survey topografiche e si è proceduto con l’installazione di un sistema di video monitoraggio per seguire l’evoluzione nel lungo periodo.
Il rallentamento delle attività di campo legato all’emergenza COVID19, non ha consentito di effettuare il rilievo multibeam del fondale emerso e sommerso post-intervento per verificare la movimentazione dei volumi di sedimenti avvenuta a valle delle mareggiate invernali. Comunque, il monitoraggio del sito è stato garantito dalla webcam per un periodo congruo.
Al fine di calibrare i modelli numerici di ricostruzione del trasporto solido e prevedere l’evoluzione nel medio-lungo termine dell’intervento sperimentale, è stata condotta l’analisi del clima meteomarino al largo del paraggio di Monopoli, con particolare riferimento all’analisi degli eventi estremi. A distanza di oltre un anno dall’intervento di ripristino, nonostante una considerevole perdita di sedimenti sulla spiaggia emersa, essa risulta ancora fruibile, a dimostrazione della sostenibilità finanziaria della metodica proposta. Coinvolto, a nord della città, anche lido Pantano.

Margherita di Savoia. Il sito è probabilmente l’ombelico del fenomeno erosivo in Puglia. La lunga e stretta striscia di terra che separa il mare dalle saline e soprattutto la mancanza di difesa naturale rappresentato dal sistema dunale pone grossi interrogativi soprattutto votati al rischio inondazioni. Rischio questo meno percepito rispetto a quello erosivo costiero, ma anche più pericoloso. Anche la presenza della foce del fiume Ofanto interagisce con il fragile rapporto mare-costa-saline. Qui le osservazioni di Stimare potrebbero trovare proposte per apposite soluzioni. La percezione del rischio erosivo infatti, se viene percepito dai cittadini produce una riduzione del rischio stesso proprio per l’attenzione che si riversa al tema.

Le considerazioni:

«Il progetto STIMARE è stato stimolante, ricco di argomenti, realmente interdisciplinare e molto coinvolgente – ha detto Leonardo Damiani, docente del Politecnico di Bari, referente di progetto per la Puglia. Abbiamo spaziato dallo studio di nuovi apparati di protezione, con analisi teoriche e sperimentali sia in campo che in laboratorio; abbiamo messo a punto tecniche di monitoraggio a basso costo con installazioni in campo e ragionato di analisi di rischio erosione e valutato la percezione del rischio da parte degli stakeholder. Le numerose interviste in spiaggia (2500) con il coinvolgimento degli studenti, ha consentito di valutare la percezione del rischio da parte di cittadini e concessionari. Inoltre, il progetto ha consentito di fornire alla regione Puglia linee guida. Fondamentale sarà la definizione di una scala di rischio per stabilire le priorità d’intervento regionale. Come accademici abbiamo raggiunto i nostri risultati e le nostre pubblicazioni; ora ci piacerebbe che tutto questo patrimonio non restasse fermo. I cambiamenti climatici possono essere una sfida e un’opportunità da cogliere».

«I dati e gli strumenti ci sono – dice Renata Archetti, docente dell’Università di Bologna e coordinatrice del progetto. L’aumento delle aree costiere interessate da imponenti processi erosivi, rende impossibile reperire le risorse necessarie per mettere in sicurezza l’intero territorio. Occorre, quindi, uno strumento oggettivo per stabilire le priorità verso cui indirizzare le modeste risorse disponibili. La valutazione del rischio può essere di soccorso a tale esigenza».

“Tali preoccupazioni sono anche del Governo – ha dichiarato la Sottosegretaria, Assuntela Messina. Se è noto che alcuni effetti dei cambiamenti climatici sono di fatto inarrestabili è altrettanto vero che la questione ambientale ha acquisito assoluta centralità nel dibattito pubblico europeo e globale. Sono diversi i consessi a livello comunitario e internazionale in cui si discute sul tema prestando ulteriore attenzione ai segnali di allerta della comunità scientifica. E’ indispensabile l’impegno delle istituzioni, anche in termini economici, per il sostegno alle azioni di tutela e salvaguardia dell’ambiente, del mare e degli ecosistemi. Risorse importanti potrebbero arrivare già da subito, dal PNRR, il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. 

Non solo, aggiungiamo: importanti finanziamenti europei sono previsti nei prossimi sette anni, sino al 2030, a tutela del territorio, l’ambiente, il clima. 

Il Progetto STIMARE in cifre

Più di 5000 linee di riva estratte da videomonitoraggio
6 gruppi di ricerca
28 ricercatori coinvolti
43% ricercatrici donne
7 meeting di progetto
4 località prescelte su cui focalizzare lo studio Cervia, Riccione, Monopoli e Margherita di Savoia
2 soluzioni per la difesa costiera
2500 interviste a turisti, residenti, titolari di stabilimenti balneari sulla percezione del rischio
Più di 50 simulazioni di onde e correnti
3 voli droni
18 rilievi batimetrici

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