Ricerca e nuove tecnologie. Un progetto per il recupero, riciclaggio e trattamento dei rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche

Laboratorio di Tecnologie Ambientali Taranto LTA

Ambiente. La ricerca, “Tecnologie combinate per la chiusura del ciclo dei RAEE”, approvata e cofinanziata dal Ministero alla Transizione, sarà guidata dal Politecnico di Bari in partnership con la municipalizzata, Kyma Ambiente SpA di Taranto. Il progetto punta al 90% del recupero dei materiali

Con la sigla RAEE si indicano i Rifiuti di Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche. La produzione mondiale di RAEE nel 2021 è stata di oltre 58 milioni di tonnellate (fonte, Global E-Waste Monitor). L’Italia ha partecipato con una produzione di meno di mezzo milione di tonnellate (fonte, Rapporto annuale 2021, Centro italiano di Coordinamento RAEE). Purtroppo, su scala globale, le stime di crescita annuale di tale rifiuto sono di tipo esponenziale. I RAEE contengono sia sostanze inquinanti (che possono avere un impatto negativo sull’ambiente) sia materie prime (che possono essere riutilizzate). E’ perciò necessario sottoporre i RAEE ad apposite operazioni di trattamento per rimuovere e smaltire in modo sicuro le sostanze inquinanti ed estrarre e riciclare le materie prime.
Attualmente, nei paesi industrializzati come l’Italia, lo schema di trattamento tipico per i RAEE, quando applicato, consente di ottenere un recupero di materia nel range 50-60% (fonte, Rapporto annuale 2021 RAEE). Le frazioni maggiormente recuperate sono il ferro, il rame, le plastiche, il vetro e il legno. 

Rifiuti RAEE in attesa di trattamento. Il recupero di questa tipologia di rifiuti è oggetto del progetto di ricerca “Joint technologies for WEEE-cycle closure”

Economia circolare
La ricerca, supportata dalle nuove tecnologie, può innalzare ulteriormente la percentuale di recupero materiali. Per tali ragioni, il Ministero della Transizione Ecologica (MiTE) ha inteso incentivare, anche con appositi bandi, ricerche e progetti atti a favorire una sempre più significativa economia circolare.
E’ il caso del Bando per il cofinanziamento di progetti di ricerca finalizzati allo sviluppo di nuove tecnologie per il recupero, il riciclaggio ed il trattamento dei rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche (RAEE). In tale bando ha trovato riconoscimento ministeriale e cofinanziamento il progetto, “Joint technologies for WEEE-cycle closure” (Tecnologie combinate per la chiusura del ciclo dei RAEE) presentato dal Politecnico di Bari in collaborazione con la società Kyma Ambiente Amiu Taranto SpA

Il progetto mira a verificare la fattibilità tecnica, economica ed ambientale di un nuovo schema di trattamento dei Rifiuti da Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche (RAEE), con particolare riferimento a quelli del raggruppamento R2 (lavatrici, lavastoviglie, forni a microonde, ecc.). Si tratta del raggruppamento dei RAEE maggiormente presente, la cui incidenza negli ultimi anni risulta in continua crescita.
Attualmente, i RAEE in oggetto sono gestiti secondo uno schema che prevede operazioni di smontaggio e di recupero di materia e bonifica dei composti/sostanze pericolose, quali triturazione, separazione dei metalli ferrosi e non ferrosi, separazione manuale di altri materiali e smaltimento in discarica delle frazioni non recuperabili. 

Il Laboratorio di Tecnologie Ambientali (LTA) nella sede di Taranto del Politecnico.

La ricerca e la nuova metodologia
Al fine di incrementare la percentuale dei materiali recuperati, favorire il recupero di specifici materiali (in primis, alluminio e rame e diverse tipologie di polimeri) e ridurre lo smaltimento delle frazioni non recuperabili in discarica, la ricerca si propone di investigare un nuovo schema di trattamento che, in alternativa allo schema convenzionalmente adottato, preveda: separazione dell’alluminio e del rame mediante tavola densimetrica; macinazione delle plastiche in mulini al alta energia; separazione tribo-elettrostatica delle plastiche finalizzata all’ottenimento di polimeri (ad es. polipropilene, polistirene) di elevata purezza e caratteristiche pari a quelle dei polimeri vergini; pirolisi delle frazioni di RAEE non altrimenti recuperabili, con conseguente caratterizzazione dei prodotti della pirolisi (char, olii pirolitici e gas) e dealogenazione degli olii pirolitici. 

L’attività di ricerca, di tipo sperimentale, sarà organizzata in differenti work packages per una durata complessiva di 24 mesi, prevedendo il coinvolgimento, quale partner industriale, di Kyma Ambiente AMIU Taranto Spa, società preposta alla gestione  dei rifiuti urbani (tra cui i RAEE) nella città di Taranto. I risultati ottenuti saranno utilizzati per valutare criticità e punti di forza del “concept note” proposto, utili a Kyma Ambiente e proporre, su scala nazionale, un nuovo modello di gestione dei RAEE. 

Obiettivo: recupero materiali fino al 90%
L’intento del progetto è quello di incrementare le efficienze di recupero di materia fino al 90%.
Per tali attività Poliba e Kyma Ambiente metteranno a disposizione le proprie strutture di ricerca. In particolare, il Politecnico, svilupperà i suoi studi sperimentali grazie al moderno Laboratorio di Tecnologie Ambientali (LTA) presente nella sede di Taranto.

Costituzione ATS
Propedeutica all’inizio delle attività di ricerca e sperimentazione è stato l’atto formale di costituzione di una apposita ATS (associazione temporanea di scopo) tra il Poliba e Kyma Ambiente. La sottoscrizione degli accordi è avvenuta lo scorso 15 marzo, presso la sede del rettorato, alla presenza del notaio. L’atto è stato sottoscritto dal Rettore, prof. Francesco Cupertino e dal Presidente di Kyma Ambiente, avv. Giampiero Mancarelli. Presenti per l’occasione, il responsabile scientifico del progetto, prof. Michele Notarnicola del Poliba e l’ing. Cosimo Natuzzi, referente scientifico di Kyma Ambiente. L’atto stabilisce condizioni, tempi, impegni delle parti. Il costo totale del progetto ammonta a 341.016,70 euro. Come da bando, il Ministero, MiTE ha finanziato il Poliba con il 49,7% dell’intero importo (169.572,00 euro). La restante parte (50,3%) è stata ripartita tra il Poliba (78%) e Kyma Ambiente (22%).

Le dichiarazioni
Il Rettore del Poliba, Francesco Cupertino. “Questa collaborazione rappresenta un segno di attenzione verso la città di Taranto su una tematica di particolare rilievo che riguarda il recupero e il riciclo dei rifiuti. Mi auguro che i risultati di questa attività potranno essere estesi a tutto il territorio nazionale”.

«Kyma Ambiente-Politecnico è un connubio importante per l’innovazione e l’apprendimentoreplica Giampiero Mancarelli, Presidente di Kyma Ambiente. Per due anni Kyma Ambiente – continua – sarà protagonista di un progetto importante che punta a migliorare la possibilità di riciclo e riuso della materia dei grandi elettrodomestici e delle apparecchiature elettroniche che verranno raccolti e smaltiti dalla nostra azienda attraverso i suoi impianti. Da ciò ne deriverà un abbattimento dei costi grazie alla ricerca supportata dal Politecnico. Taranto diventa sempre più un punto di riferimento per la Green Economy e ne siamo orgogliosi».

prof. Michele Notarnicola

Così, infine, il responsabile scientifico del Progetto “Joint technologies for WEEE-cycle closure”, prof. Michele Notarnicola, docente al Politecnico di “Gestione dei rifiuti solidi e bonifica dei siti contaminati”: “con questo intervento concretizziamo una filiera tecnologica innovativa che soddisfa sia le esigenze ambientali, sia i fondamenti dell’economia circolare, attraverso il recupero congiunto di materiali ed energia e la conseguente riduzione dello smaltimento in discarica”.

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