Xylella fastidiosa, la diagnosi precoce per individuare l’infezione e curare la malattia

Piante di Ulivo in Puglia

La rivista «Scientific Reports». Pubblicata la ricerca di un team di ricercatori pugliesi. E’ il primo studio condotto in condizioni controllate su piante di olivo, condotto con il contributo scientifico del Poliba

Uno studio scientifico, condotto da un team di ricercatori pugliesi, pubblicato lo scorso 13 gennaio sulla rivista internazionale “Scientific Reports”, gruppo «Nature Research», propone un nuovo approccio allo studio della Xylella fastidiosa.

L’articolo, “A non-targeted metabolomics study on Xylella fastidiosa infected olive plants grown under controlled conditions” (Analisi metabolomica su piante di olivo infettate da Xylella fastidiosa coltivate in condizioni controllate) raccoglie gli studi, le osservazioni e le sperimentazioni in laboratorio degli ultimi due anni e propone un percorso mirato, efficace, dedito alla diagnosi precoce per una più facile cura della malattia. che ormai da anni devasta gli ulivi in tutta la Regione Puglia.

La ricerca descrive gli effetti dell’infezione da Xylella fastidiosa sul metabolismo di giovani piante di olivo della varietà “Cellina di Nardò”. Si tratta del primo studio condotto in condizioni controllate. Alle piante, sane e selezionate, allevate in serra presso l’Istituto per la Protezione Sostenibile delle Piante (CNR Bari) fu iniettata artificialmente la Xylella per comprendere i mutamenti biologici. Gli alberi infettati dopo due anni hanno manifestato i classici segni della presenza della malattia. 

Nel frattempo, è stato possibile individuare le sostanze che subiscono alterazioni a causa dell’infezione. Si è visto, infatti, che le piante infettate da Xylella presentano un contenuto maggiore di acido malico, acido formico, mannitolo e saccarosio e un contenuto minore di oleuropeina. La conoscenza di tali sostanze consentirà di valutare il grado di tolleranza delle diverse cultivar di olivo alle infezioni e di creare sistemi rapidi e affidabili per la diagnosi precoce (oggi solo con la risonanza magnetica) tramite telerilevamento, anche con l’ausilio di droni. Quest’ultima applicazione verrà messa a punto nell’ambito del progetto AGREED (Agriculture, Green & Digital), appena avviato e finanziato dal Ministero dell’Università e della Ricerca e vede impegnati nuovamente il Politecnico di Bari e CIHEAM di Bari in partnership con altri soggetti industriali e di ricerca.

La pubblicazione si inserisce nel Progetto europeo “XF-ACTORS – Xylella Fastidiosa Active Containment Through a multidisciplinary-Oriented Research Strategy”

Gli autori della ricerca pubblicata “Scientific Reports”. A firmare l’articolo è il prof. Vito Gallo del Politecnico di Bari, supportato dai colleghi Anna Maria D’Onghia, Stefania Gualano e Franco Santoro del Centre International de Hautes Etudes Agronomiques Méditerranéennes (CIHEAM Bari), Maria Saponari dell’Istituto per la Protezione Sostenibile delle Piante – CNR Bari, Leonardo Varvaro del DAFNE – Università degli Studi della Tuscia, Franco Nigro del DiSSPA – Università degli Studi di Bari e Piero Mastrorilli del Politecnico di Bari, Asmae Jlilat (DAFNE – Università della Tuscia, CIHEAM Bari), Rosa Ragone (Politecnico di Bari) e il supporto di Stefano Todisco, Antonio Rizzuti, Biagia Musio (Politecnico di Bari), Franco Valentini, Giuseppe Cavallo (CIHEAM Bari), Giuseppe Altamura (CNR-PSP).

leggi l’articolo su Scientific Reports

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