«Un ecosistema dell’innovazione per la New space economy»
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foto di Eleonora Giammarini
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La Puglia vuole essere protagonista nello sviluppo del settore. Ricercatori, imprenditori e manager pubblici hanno fatto il punto in un evento del Politecnico di Bari. Focus sulla collaborazione tra istituzioni e aziende
Bari 12 luglio 2022 – Nella nuova corsa allo Spazio, la Puglia che innova vuole avere un ruolo da protagonista. La presenza dell’aeroporto di Grottaglie, individuato come spazioporto europeo per i voli suborbitali, è un pezzo importante, ma pur sempre un pezzo della storia: oltre alle infrastrutture, servono competenze adeguate; un livello di ricerca in grado di sostenere la domanda di nuove tecnologie; profili professionali in grado di gestirle; imprenditori disposti a grandi investimenti per il business di domani. Le premesse ci sono. Le storie di eccellenza aumentano. E il metodo per riuscirsi è condiviso da tutti gli attori in campo: costruire un ecosistema pubblico-privato efficace tra università, aziende e istituzioni.
Di questo hanno discusso ieri, sulla terrazza del Fortino di Sant’Antonio a Bari , il rettore del Politecnico di Bari, Francesco Cupertino, il professor Giuseppe Fallacara del dipartimento di Scienze dell’Ingegneria Civile e dell’Architettura del Politecnico; la direttrice del dipartimento Sviluppo economico della Regione Puglia, Gianna Elisa Berlingerio; la presidente di Sitael, Chiara Pertosa e il presidente del Distretto tecnologico aerospaziale, Giuseppe Acierno insieme con due ospiti internazionali: Sam Scimemi, assistente speciale per il volo spaziale umano alla NASA, l’agenzia spaziale americana e Roberto Vittori, generale dell’Aeronautica militare italiana e astronauta dell’Agenzia spaziale europea.
L’evento è stato organizzato dal Politecnico per fare il punto sulla New space economy in Puglia e sulle prospettive di sviluppo del settore, con un occhio puntato su quanto accade oltre Oceano. A 53 anni dallo storico annuncio del primo allunaggio con equipaggio umano, infatti, oggi gli Stati Uniti ritornano al centro della scena in un contesto che, nel frattempo, è molto cambiato, con un evidente spostamento di interesse verso il settore privato. «Molto, forse troppo tempo è passato» ha detto il moderatore del dibattito, il giornalista Cenzio Di Zanni, introducendo Scimemi.
«Ci ritorneremo molto presto – ha risposto il rappresentante della NASA – perché il prossimo passo sarà portare gli esseri umani nello spazio profondo, sulla Luna e questo avverrà nel 2025». Scimemi è in Italia in questi giorni per una serie di riunioni tra l’Agenzia spaziale americana e quella italiana, sul futuro della collaborazione. Il generale Vittori, già da qualche anno ospite e collaboratore in più occasioni del Politecnico, ha approfittato della circostanza per farlo incontrare con il rettore Cupertino e confrontarsi, insieme con gli altri partner, sulle opportunità di collaborazione tra il mondo accademico, le istituzioni e i privati nel settore aerospaziale.
Vittori,
da parte sua, ha evidenziato come la colonizzazione della Luna rappresenti oggi
la grande occasione, anzi a suo parere «l’unico modo per continuare la crescita
dell’economia globale proteggendo l’ecosistema terrestre». Un esempio di
sfruttamento delle risorse extraterrestri, secondo l’astronauta italiano,
sarebbe l’idrogeno estratto dal ghiaccio secco lunare come alternativa al
combustibile fossile e ai suoi derivati. Problemi non differibili come il
riscaldamento globale, secondo il generale, ci spingeranno inevitabilmente in quella
direzione.
«Dobbiamo implementare le conoscenze» ha detto il rettore Cupertino aprendo il suo intervento. «Il Politecnico di Bari – ha aggiunto – è un laboratorio di futuro e sta investendo molto sui nuovi settori, come l’aerospazio, aggregando intorno a sé interlocutori capaci e motivati per favorire la nascita e sostenere nel tempo lo sviluppo di ecosistemi dell’innovazione». Una prospettiva sulla quale Cupertino si è trovato in sintonia con Chiara Pertosa, rappresentante di una realtà industriale, qual è il Gruppo Angel (di cui Sitael fa parte), che dal quartier generale di Mola di Bari si è nel tempo estesa a livello internazionale, con stabilimenti e sedi nelle più importanti città italiane e all’estero.
«Ora stiamo lavorando a progetti che riguardano principalmente l’osservazione della terra ma anche altre applicazioni – ha spiegato Pertosa – con satelliti fino a 300 chili». La raccolta e l’analisi dei dati spaziali, realizzata con satelliti di dimensioni sempre più ridotte, rappresenta infatti uno dei pilastri della New space economy. «I dati che ci arrivano dallo spazio – ha aggiunto l’imprenditrice – sono molto utili ma dobbiamo pensare non solo alle missioni scientifiche, ma anche all’utilizzo commerciale per il business di domani, cioè ai servizi che derivano dall’analisi di questi dati». Conoscere in tempo reale situazioni di rischio, ad esempio, potrebbe essere molto utile per prevenire disastri ambientali come quello, recentissimo, della Marmolada.
Un altro segmento di interesse è la logistica e le comunicazioni, per il trasporto di merci e persone dalla Terra alla Luna. In questo ambito, il professor Fallacara ha presentato i risultati di un nuovo lavoro di tesi intitolato Moon Village GraLunar, che dopo il lavoro dedicato alle installazioni su Marte rappresenta la seconda tesi sul tema della Space Architecture nell’ambito delle ricerche di frontiera realizzate nel Dipartimento di Scienze dell’Ingegneria Civile e dell’Architettura. «L’idea – ha spiegato Fallacara – è utilizzare dei rover abilitati per la stampa 3D di grandi dimensioni, per costruire il guscio degli insediamenti lunari al cui interno si sviluppa l’habitat per l’uomo, che possa garantire la pressurizzazione degli spazi e proteggerlo dai micrometeoriti e dalle radiazioni cosmiche».
Uno
dei concetti cardine della ricerca è lavorare con i materiali reperiti sul
posto, in modo da ridurre i problemi logistici e di costruzione. «I rover
controllati a distanza – ha spiegato Fallacara – possono processare la regolite
spaziale, una sostanza extraterrestre adatta allo scopo e trasformarla in malta
stampabile in 3D». Così potrebbero essere realizzati i moduli abitativi e
produttivi. Prove tecniche, con materiali dalle caratteristiche simili alla
regolite, sono in corso presso il Politecnico di Bari in collaborazione con un
gruppo di ricerca del SICSA (Sasakawa International Center for Space
Architecture) di Houston.
Il
presidente del Distretto aerospaziale, Acierno, ha sottolineato come l’infrastruttura
di Grottaglie, in questo contesto, «è una grande opportunità per la Puglia, se
inserita in una strategia nazionale e internazionale». Un concetto, questo,
ripreso sul piano politico da Elisa Berlingerio, che ha enfatizzato l’importanza
delle politiche regionali per sostenere sia le piccole e microimprese
innovative, attraverso strumenti come i bandi Tecnonidi, sia le grandi
industrie e le multinazionali, con varie misure di sostegno.
«Complessivamente – ha detto la direttrice del dipartimento Sviluppo economico della Regione Puglia – raggiungiamo un monte investimenti di 400 milioni di euro. La Puglia – ha ricordato – rappresenta il 10% della New space economy italiana». A proposito di giovani talenti, capacità innovativa e nuove tecnologie, è stato poi presentata EMSi, la tuta bionica di REA, una startup locale fattasi notare al recente Expo di Dubai. La tuta spaziale, realizzata anche grazie all’incontro tra competenze diverse e una collaborazione con il Politecnico, è in grado di contrastare il fenomeno di perdita di massa ossea in condizioni di microgravità, che rappresenta uno dei tipici problemi per gli astronauti nel corso delle lunghe missioni spaziali.
La serata al Fortino si è conclusa con l’osservazione, graditissima dal pubblico, di una luna piena e particolarmente suggestiva, attraverso i telescopi messi a disposizione dal Planetario di Bari, sulle note di Domenico Cartago al pianoforte. Tra avanzamenti delle ricerca scientifica, evoluzione tecnologica, nuovi obiettivi imprenditoriali, la New space economy della Puglia vuole dunque prendere il volo. Gli obiettivi sono lunari, ma le premesse sembrano molto terrestri.
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