RICERCA, CONDIVISIONE, TENACIA: «COSÌ TROVIAMO SOLUZIONI INNOVATIVE AGLI OSTACOLI DELLA VITA QUOTIDIANA»

Giovanni Bellino, ingegnere meccanico, ha collezionato premi e riconoscimenti per la sua attività in favore delle persone con disabilità. Una storia di professionalità e una battaglia di civiltà, che conduce con familiari e colleghi. Per sé stesso e per gli altri

Ha vinto, di recente, l’edizione 2021 di MaketoCare, il contest di Sanofi Italia per promuovere iniziative che migliorino la vita delle persone con disabilità. Si chiama Camera Libera Tutti ed è un modello innovativo di stanza d’albergo inclusiva: accessibile, accogliente e funzionale sul piano strutturale e tecnologico, curata nel design e nei dettagli architettonici. Un mix di elementi socialmente utili e dal grande potenziale commerciale, su misura per clienti con disabilità ma adatto anche a tutti gli altri, destinato ad operatori alberghieri che guardano al futuro.

Nel team multidisciplinare che ha progettato Camera Libera Tutti (ingegneri, architetti, designer, esperti di marketing) c’è Giovanni Bellino, 32 anni, una laurea in Ingegneria Meccanica al Politecnico di Bari e una gioventù dedicata, con passione, tenacia e professionalità, alla lotta ad una malattia altamente invalidante che lo ha costretto su una sedia a rotelle. Ma non si tratta solo di sé stesso.

IL VOLONTARIATO

Giovanni, infatti, ha messo al servizio degli altri le sue competenze, l’esperienza sul campo e la sua voglia, da vero ingegnere, di trovare soluzioni ad una realtà troppo spesso sfavorevole per le persone con disabilità. Lo ha fatto innanzitutto dedicandosi, negli ultimi vent’anni, alle attività di Parent Project, un’associazione di pazienti e genitori che finanzia la ricerca per curare le distrofie muscolari e migliorare la qualità di vita dei pazienti, della quale è attualmente il delegato per la Puglia.

«L’associazione è stata importante per non sentirsi soli davanti ad una diagnosi tremenda – racconta Giovanni – e per lottare quando certi diritti guadagnati dalle precedenti generazioni di persone con disabilità non venivano garantiti, ma soprattutto per portare in Italia i giusti protocolli clinici per gestire queste malattie». Anche grazie a questo impegno, l’ingegnere barese ha potuto meglio coltivare la sua passione per la meccanica, un chiodo fisso fin dalla sua infanzia e in particolare il mito della Ferrari.

LA PASSIONE PER L’INGEGNERIA

«Perché in fondo non è facile accettare prima l’uso di una carrozzina elettronica e poi di un respiratore – dice ancora Giovanni – malgrado siano mezzi indispensabili per vivere e fra i più nobili che un essere umano possa progettare. Lo testimonia il fatto – prosegue nel racconto – che nei miei primi anni di studio non avevo molta voglia di studiare e che dopo la maturità di tecnico in grafica pubblicitaria, ho intrapreso il mio percorso universitario al Politecnico di Bari».  

Al Politecnico Giovanni ha conseguito prima la laurea triennale in Ingegneria Meccanica, nel 2015, con una tesi sulla progettazione di un sedile per aerei di linea per persone con gravi limitazioni fisiche e poi quella magistrale, nel 2019, nella quale ha analizzato le prestazioni di una turbina per produrre energia dal moto ondoso.

A CAPOFITTO NELL’ATTIVITÀ

Proprio grazie a quest’ultima tesi, è arrivato secondo al premio di laurea GOI 2020, indetto dall’Università di Brescia per le tesi magistrale conseguite dagli studenti diversamente abili. L’anno prima, mentre preparava gli ultimi esami al Politecnico, Giovanni si era cimentato nella scrittura de “Le ali di una lumaca”, una favola che affronta il tema della diversità, pubblicata e presentata attraverso un progetto tra il ministero del Lavoro e Parent Project.

«Dopo la laurea, invece, è scoppiata la pandemia – riprende a raccontare Giovanni – e pur perdendo quel poco di autonomia guadagnata, ho scelto di concentrarmi sulla prosecuzione del mio percorso. Quindi ho conseguito l’abilitazione alla professione, nel 2020 e nello stesso anno ho guadagnato il terzo posto, insieme a due miei amici, in un hackathon per trovare soluzioni innovative nel monitorare il decorso della sclerosi multipla, finanziato da Novartis». Il premio di Sanofi, dunque, rappresenta solo l’ultima fatica dell’ingegner Bellino.

UN TEAM MULTIDISCIPLINARE

Dopo il riconoscimento ricevuto, Camera Libera Tutti richiederà per il futuro prossimo un ulteriore impegno per farla conoscere e diffonderla in ambito alberghiero. Il progetto è a cura di Fablab e Anmic di Parma, due realtà impegnate, al momento, nel progetto parallelo di una Paralimpic Valley. «È stata un’occasione per coprogettare insieme ad altre persone diversamente abili e professionisti di altri settori – spiega Giovanni – e lo abbiamo fatto in modalità telematica, scoprendo come il nostro lavoro potesse estendersi oltre i confini di quella valle».

Camera Libera tutti, infatti, ha permesso a Giovanni di partecipare alla Hardware Accademy del Tecnopolo di Reggio Emilia, dove ha approfondito le modalità per prototipare un nuovo prodotto e ha favorito l’incontro con i rappresentanti di Federalberghi, in collaborazione con la quale il suo team ha presentato il progetto alla fiera di Rimini, ad ottobre scorso.

L’evento di Rimini ha rappresentato un ottimo trampolino di lancio per Camera Libera Tutti, che ha infine meritato di vincere la MaketoCare di Sanofi. «Il prossimo passo sarà un viaggio formativo in Israele – riprende Giovanni – al quale però non potrò partecipare, vista l’inaccessibilità degli aerei di linea come esposto nella mia tesi triennale, ma che sicuramente arricchirà il progetto e dimostrerà che si possono fare tante cose, pur rimanendo fermi».

«Inoltre – conclude il giovane e tenace ingegnere – ho conseguito i miei titoli per metterli in pratica e se anche fatico a inserirmi in qualche azienda privata o nel superare qualche concorso pubblico o di ricerca, l’alternativa è creare i presupposti per una attività in proprio». Una lezione di professionalità e di vita, da tenere sempre a mente.

Visita il sito del progetto Camera Libera tutti

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