Progettiamo la cultura antimafia: L’impegno del Politecnico di Bari Nel nome di Falcone e Borsellino

Un lenzuolo bianco, simbolo della lotta alla criminalità organizzata, esposto sul rettorato. Per rendere attuale l’insegnamento dei due magistrati, gli studenti hanno realizzato una serie di seminari e un campione di calcestruzzo depotenziato: così lo fa la mafia

Se le idee camminano sulle gambe degli uomini, come diceva Giovanni Falcone, tocca innanzitutto al mondo dell’istruzione tenerle vive e trasmetterle alle nuove generazioni. Sta a testimoniare questo impegno il lenzuolo bianco che sventola oggi, sulla facciata del rettorato del Politecnico di Bari, nel 29esimo doppio anniversario della strage di Capaci, nella quale il magistrato antimafia fu ucciso e di quella di via D’Amelio, avvenuta solo 57 giorni dopo, che costò la vita al collega Paolo Borsellino. Come avviene  in tutta Italia, il Politecnico onora con questo gesto la memoria dei due servitori dello Stato, diventati simboli nazionali della lotta alla criminalità organizzata.

«Il loro esempio è un grande insegnamento per tutti noi e per le generazioni future – commenta il rettore Francesco Cupertino –  e le università hanno il dovere non soltanto di ricordare, ma anche di renderlo sempre attuale attraverso lo studio, la ricerca, il lavoro delle nuove leve di professionisti, che formiamo ogni giorno nelle nostre aule e nei nostri laboratori».

Per dare concretezza a questi auspici, l’ateneo ha realizzato, attraverso le associazioni studentesche, una serie di iniziativa culturali nell’ambito dell’Università per la legalità. Si tratta di una iniziativa della Fondazione Falcone e del Ministero dell’Università e della Ricerca, a cui aderiscono il Cnsu – Consiglio nazionale degli studenti universitari e la Crui – Conferenza dei rettori delle università Italiane, arrivata quest’anno alla quarta edizione. Il Politecnico ha partecipato con il progetto “Progettiamo l’antimafia” ideato da alcuni studenti che hanno mostrato il loro interesse per le tematiche legate alla lotta alle mafie.

I ragazzi, di vari corsi di laurea, si sono incontrati per via telematica e, nonostante le difficoltà legate alla pandemia, hanno organizzato tre incontri, nel corso di un anno, ai quali sono intervenuti docenti universitari (Valeria Monno, professore di Tecnica Urbanistica al Politecnico di Bari;  Agostino Meale e Filippo Bottalico, docenti rispettivamente di Diritto Amministrativo e Diritto penale all’Università di Bari), magistrati (Federico Perrone Capano,sostituto procuratore della Direzione distrettuale antimafia di Bari), rappresentanti delle istituzioni (Pierpaolo d’Arienzo, sindaco di Monte Sant’Angelo).

In una prima fase, gli studenti del Politecnico si sono concentrati sull’attività delle forze dell’ordine che inducono nei cittadini il rispetto delle leggi. Nella seconda fase del progetto, invece, i ragazzi hanno cercato di indagare sui possibili collegamenti tra mafia e ingegneria, proiettandosi nel loro stesso futuro professionale, cercando di capire come le organizzazioni criminali possano influenzare gli ambiti professionali.

L’ultimo seminario, infatti, è stato dedicato al “Calcestruzzo depotenziato”, una dimostrazione pratica di come la mafia possa pilotare l’utilizzo dei materiali all’interno dei cantieri e come tali infiltrazioni possano avere conseguenze, anche drammatiche, per la sicurezza e l’incolumità dei cittadini. I manufatti sono stati realizzati durante un’attività di laboratorio coordinata dal professor Aguinaldo Fraddosio, docente di scienza delle costruzioni al Politecnico, con il dottorando Nicola Pecere e sono stati utilizzati per toccare con mano la subdola azione della mafia nelle attività economiche.

«Nonostante il tema apparentemente lontano dagli studi di ingegneria e architettura – commenta la professoressa Annalinda Neglia, referente di ateneo per il progetto – il gruppo promotore è riuscito a proiettarlo nella realtà della futura professione e a sensibilizzare gli studenti e le studentesse sul tema della responsabilità di azione, a cui tutti saranno chiamati». L’ultimo step dell’Università per la legalità sarà la premiazione dei progetti migliori in un evento nazionale, la cui data sarà comunicata a breve dalla Fondazione Falcone.

Ancora nessun commento

I commenti sono disabilitati