DA BARI A HOUSTON ANDATA E RITORNO CON CONOSCENZE, IDEE E PROGETTI PER LA NEW SPACE ECONOMY
I partecipanti dello Space Studies Program all'ingresso della Rice University
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La cerimonia di apertura
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il centro di controllo del JSC - Johnson Space Center
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foto di gruppo con la direttrice del JSC, Vanessa Wyche
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DUE DOTTORANDI DEL POLIBA RACCONTANO L’ESPERIENZA DELLO SPACE STUDIES PROGRAM ALLA RICE UNIVERSITY. DOVE JFK PRONUNCIÒ LO STORICO DISCORSO PER LA MISSIONE SULLA LUNA
Due mesi di full immersion a ritmi serratissimi trascorsi
tra lezioni e laboratori, visite in azienda e lavori di gruppo, per esplorare
l’universo in espansione della New Space Economy. Studenti provenienti da tutto
il mondo ed esperti ai massimi livelli del settore, riuniti in una delle sedi
più significative per l’industria spaziale americana e planetaria. Non a caso
il 36esimo Space Studies Program della International Space University ha
segnato quest’anno il più alto numero di presenze di sempre: 155 giovani
talenti, selezionati da 31 paesi, si sono ritrovati quest’estate nella Rice
University a Houston, la space city del Texas. In quella stessa università in
cui, 62 anni fa, l’allora Presidente degli Stati Uniti, John Fitzgerald
Kennedy, pronunciò lo storico discorso di sostegno alla prima missione sulla
luna.
Tra i partecipanti dello Space Studies Program 2024 c’erano anche due rappresentanti del Politecnico di Bari. Sono Andrea Troise e Andrea Rubino, dottorandi di ricerca in Ingegneria e Scienze aerospaziali (tutor è la professoressa Maria Cinefra), rispettivamente di 26 e 31 anni, affascinati dallo spazio e dalla prospettiva di un futuro lavorativo in questo ambito. Grazie a borse di studio delle agenzie spaziali e altri contributi pubblici e privati, i due dottorandi del Politecnico hanno esplorato un mondo di nuove applicazioni e di possibili sviluppi in un’ottica multidisciplinare: dagli aspetti ingegneristici a quelli gestionali, dalle questioni economico finanziarie a quelle legali, spaziando dalle ultime innovazioni tecnologiche alle esigenze di sostenibilità delle missioni.
«È stata un’esperienza entusiasmante – racconta Andrea Troise – che ci ha permesso di scoprire da vicino la nuova economia spaziale e il grande fermento che essa sta producendo nella ricerca, nell’imprenditoria, nel mondo delle startup più innovative. Come dice il rettore Cupertino – aggiunge il dottorando del Politecnico – la contaminazione tre le diverse competenze sarà fondamentale per governare le nuove tecnologie e i nuovi modelli di sviluppo».
Lo Space Studies Program è infatti un corso intensivo di otto settimane ospitato ogni anno tra giugno e agosto in diverse località del mondo e organizzato dalla International Space University, un istituto di istruzione superiore privato, con un campus centrale a Strasburgo, in Francia e hub negli Stati Uniti e in Asia, in collaborazione con le principali organizzazioni spaziali del mondo. È l’unica scuola al mondo totalmente dedicata alla formazione in ambito spaziale, a questo livello, ed è attiva dal 1987. I partner di questa edizione sono stati la Rice University e il Johnson Space Center (JSC) della Nasa, entrambi a Houston.
Grazie a queste collaborazioni, gli studenti di questa
edizione hanno potuto accedere a siti come il JSC, centro di controllo, di
ricerca e preparazione per tutti i voli spaziali con equipaggio umano e ad
aziende come Axiom Space, che ha realizzato il primo volo spaziale privato con
equipaggio commerciale e Nanoracks, fornitrice di hardware e servizi
commerciali per il laboratorio nazionale degli Stati Uniti sulla Stazione
spaziale internazionale.
«Abbiamo toccato con mano e ai livelli più alti quello che
il Politecnico di Bari sta cercando di fare in Italia e in particolare in
Puglia – racconta Andrea Rubino – ossia mettere insieme conoscenze e competenze
differenti, dei settori pubblico e privato, per favorire la ricerca e
l’innovazione nei settori più promettenti dell’economia. Dopo questa esperienza
– aggiunge Rubino – spero che si aprano opportunità in ambito industriale, nel
quale mi piacerebbe lavorare».
A Houston, i dottorandi del Politecnico di Bari si sono confrontati con colleghi di tante nazionalità, provenienti da ambiti di studio anche molto differenti tra di loro. Ognuno di loro è stato assegnato ad un dipartimento (legale, economico, ingegneria, etc) e inserito in un gruppo multidisciplinare di lavoro, concluso con un progetto finale. I due Andrea, pur assegnati a due differenti dipartimenti, si sono ritrovati a lavorare insieme su un progetto di sostenibilità nelle attività lunari.
«Mi piacerebbe far fruttare questa esperienza per realizzare qualcosa di innovativo nel mio territorio – commenta Troise – perché oggi la Puglia è percepita all’estero come una terra di opportunità in settori strategici, come l’aerospazio. «Anche grazie al lavoro che sta svolgendo il Politecnico – conclude Rubino – abbiamo molti talenti e anche un rapporto più stretto tra accademia e industria. Ci sono tutti i presupposti – conclude – per essere protagonisti del futuro».
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