XXV edizione. L’Istituto Italiano Castelli premia a Parma cinque neolaureati del Poliba
3 novembre 2022
C’è un luogo nella città di Taranto, strategico sin dalla polis della spartana ΤΑΡΑΣ, che concentra e racconta, come in un grande libro stratificato, la storia e l’evoluzione architettonica della città dal III secolo a.C. ad oggi. Collocata sul margine Sud-Est dell’isola su cui sorge la Città Vecchia è l’area su cui insiste Castel Sant’Angelo, meglio conosciuto come Castello Aragonese.
Il monumento, che allo stato attuale, accoglie il Comando Marittimo Sud della Marina Militare, si trova in una condizione di sottoutilizzo e parziale abbandono. Tale situazione ha favorito uno studio condotto, all’interno di un Laboratorio di Laurea in Restauro Architettonico, divenuto oggetto di una apposita tesi di laurea di architettura da parte di sei studenti del Politecnico di Bari.
Lo studio di Maurizio Dalena, Irene Di Puppo, Laura Diciolla, Maria Cristina Fiorello, Donato Dario Motta, Stefano Giuseppe Paradiso (relatrice, prof. Rossella de Cadilhac) dal titolo: “Il castello aragonese di Taranto: dall’analisi al progetto di restauro” propone, attraverso una attenta e documentata lettura del monumento, determinata dai contributi disciplinari di storia dell’architettura, archeologia, scienze della rappresentazione, scienza delle costruzioni, composizione architettonica, sociologia dell’ambiente e del territorio, restauro architettonico, utili spunti per possibili e necessari interventi di riqualificazione.
Il castello Aragonese, realizzato tra il 1487 ed il 1492, risulta infatti, un organismo pluristratificato. Il sito su cui sorge assume un ruolo strategico sin dal III secolo a.C., con la realizzazione di un bastione a potenziamento delle mura dell’Acropoli, e segue l’avvicendarsi di molteplici dominazioni che hanno modificato l’aspetto del monumento, adeguandolo alle progressive innovazioni belliche. Dal 1861 il castello diviene caserma della Marina Militare.
Nel corso del tempo in seguito ad alterazioni di varia natura, il monumento, è stato ridotto ad una sommatoria di parti autonome e separate. Il triplice obiettivo della tesi è stato quello di restituire l’unità perduta, nel rispetto della materia antica e dei segni delle stratificazioni storiche; rivelare e presentare in maniera organica i rinvenimenti emersi dagli scavi archeologici risolvendo le criticità strutturali; immettere il castello all’interno di un circuito di fruizione pubblica che rinsaldi il legame con la città Vecchia ed introdurre funzioni complementari a quelle esistenti, nel rispetto delle attività del Comando Marittimo Sud della Marina Militare.
Gli ambienti di maggiore interesse evidenziati dal laboratorio di tesi sono stati: Piazza d’Armi, tracce del bastione ellenistico del III secolo a.C.; tracce della Chiesa dei quaranta Martiri (X secolo); cappella di San Leonardo attribuita a Francesco di Giorgio Martini. Quota 1° livello, ex-granai e celle di punizione (stato di abbandono) – Quota 2° livello: braccio Sud: le ex-camerate (stato di abbandono).
Tale ricerca ha partecipato alla XXV edizione del concorso, Premio di Laurea in Architettura fortificata 2022, bandito dall’Istituto Italiano dei Castelli, organizzazione culturale nata nel 1964, ente morale, ONLUS, associato ad Europa Nostra (con sede a Roma). Nella cerimonia di premiazione, tenutasi a Parma la scorsa settimana, presso l’Università, sono state premiate quattro tesi di laurea dedicate alle architetture fortificate. Ai primi tre posti assegnati alle tesi provenienti dagli atenei di Napoli Federico II, IUAV Venezia e Cagliari si è aggiunta quella dei neo-laureati del Politecnico di Bari, “Il castello aragonese di Taranto: dall’analisi al progetto di restauro”, distintasi, secondo il giudizio espresso dalla Commissione, per “rigore metodologico e completezza”. Premiati i partecipanti al concorso: Maurizio Dalena di Putignano (BA), Laura Diciolla di Mola di Bari (BA), Irene Di Puppo di Bari, Maria Cristina Fiorello di Bitonto (BA); Donato Dario Motta di Bari.
Il castello e le tappe della sua storia, contenute nel lavoro di tesi
Il castello aragonese, è un organismo architettonico costituito da quattro bracci articolati attorno ad una corte quadrangolare e marcato agli spigoli dai torrioni della Bandiera, di San Cristoforo, di San Lorenzo e dell’Annunziata.
FASE 1. IV a.C. – VI d.C. Nel castello (scavi 2004, 2007) sono state rinvenute tracce del sistema difensivo ellenistico risalente al III secolo a.C. posto a difesa dell’Acropoli della città greca.
FASE 2. VI- X d.C. All’interno del castello (scavi 2003) sono state individuate le tracce di una torre quadrangolare presumibilmente appartenente al sistema di difesa bizantino; tracce – in parte databili al X secolo – della chiesa dei Quaranta Martiri.
FASE 3. 1063-1266 Si configura la struttura normanna, di cui si hanno scarne notizie: si ipotizza una struttura quadriturrita, con torri quadrate, attorno ad una corte quadrangolare, posta al di fuori della cinta urbana. Si scava un fossato a Nord e a Ovest. Inglobamento di una torre bizantina.
FASE 4. 1267-1486 E’ riconducibile alla fase angioina la costruzione della torre maestra (mastio) diventando un elemento caratterizzante della Piazza d’Armi
FASE 5. 1487-1537 Nella fase aragonese si avvia la riconfigurazione dei torrioni che diventano cilindrici; vengono ispessite le cortine murarie per adeguare il castello all’uso delle armi da fuoco; si rinforza la cortina Sud con la realizzazione del bastione triangolare; si realizza un poderoso muro che si protende verso Nord; si comincia a scavare un fossato ad Est (l’istmo) i cui lavori si concluderanno nel viceregno spagnolo; si realizza un ponte in muratura ad Est, noto come ponte del Soccorso; si costruisce, presumibilmente su progetto di Francesco di Giorgio Martini, una cappella ora dedicata a san Leonardo.
FASE 6. 1538-1733 Nella fase del viceregno spagnolo proseguono i lavori di riconfigurazione dei torrioni e di ispessimento delle cortine; si adegua il castello al progredire delle artiglierie sopraelevando la struttura e spostando le artiglierie dalle casematte sommitali al coronamento; si prosegue e approfondisce concludendo lo scavo dell’istmo.
FASE 7. 1734-1860 Il castello perde la sua funzione difensiva; nella fase borbonica. Nel 1778 il castello diventa carcere. In periodo napoleonico le fortificazioni vengono risanate e il castello accoglie al suo interno alloggi per le truppe militari, oltre a prigioni.
FASE 8. 1861-1936 Dopo l’unità d’Italia il castello viene adibito nuovamente a carcere. La città di Taranto viene dichiarata di primario interesse della Marina Militare. Si realizza l’Arsenale Militare Marittimo e per facilitare l’accesso alla base militare si realizza il canale navigabile; si costruisce il ponte girevole.