Massimo Temporelli, fisico e divulgatore scientifico, ha presentato il suo libro alla PoliLibrary del Politecnico di Bari. è il terzo appuntamento della rassegna PoliScienza
10 aprile 2024
L’uomo evolve, nel corso della storia, insieme con le macchine che via via immagina, costruisce ed utilizza. È questo il filo conduttore del libro Noi siamo tecnologia – Dieci invenzioni che ci hanno cambiato per sempre, scritto dal fisico Massimo Temporelli e presentato l’altra sera al Politecnico di Bari, al terzo appuntamento di PoliScienza, la rassegna letteraria promossa dal Politecnico e dedicata al tema della divulgazione scientifica.
Moderato dai giornalisti Natascha Lusenti e Angelo Pannofino, l’autore ha illustrato i contenuti del suo saggio davanti ad un pubblico di studenti, docenti e cittadini, attratti dall’attualità del tema. L’evento si è svolto, come i precedenti, nella PoliLibrary del Campus, la biblioteca di comunità aperta al territorio. Fisico per formazione, Temporelli è uno studioso e imprenditore che si dedica alla diffusione della cultura scientifica, tecnologica e dell’innovazione, concentrandosi in particolare sul rapporto tra gli esseri umani e la tecnologia, con tutte le conseguenze sociali e antropologiche che questo comporta.
Noi siamo Tecnologia, edito da Mondadori, è infatti un’indagine su questo rapporto attraverso una carrellata di invenzioni significative. Non le trovate futuristiche dei miliardari visionari, ma quelle che maneggiamo quotidianamente (e, spesso, distrattamente) come il telecomando che nel libro è definito «simbolo del potere familiare» e la macchina per il caffè, «che ha innescato l’ascesa della borghesia, dando vita a nuove forme di democrazia culturale».
In altri capitoli del libro, Temporelli racconta della stampante 3D, «che ha cambiato il processo di produzione e di vendita delle merci, riportando al centro il valore umano della manifattura» e della selce, «la madre di tutte le tecnologie, il naturale che diventa artificiale, l’origine della nostra umanità». Altre invenzioni – simbolo sono individuate nel freno, «il controcampo della velocità, indispensabile per accompagnare l’umanità nell’epoca moderna»; la penna a sfera «che ci permette di riflettere sul ritorno sul ritorno della cultura orale e sul futuro della scrittura» e la lavatrice, «uno degli strumenti più importanti per l’emancipazione femminile».
Ci sono poi la barra di Google, «la più grande rivoluzione culturale dopo la stampa di Gutemberg» e – non poteva mancare – lo smartphone, «vero paradigma della nostra contemporaneità» con un paragrafo dedicato all’Iphone. Il saggio di Temporelli si chiude con Wikipedia, «il più importante progetto collettivo della storia della cultura, che ci permette di capire come la nostra specie stia cambiando per sempre».
Oggetti e strumenti, dunque, che caratterizzerebbero l’essere umano come specie culturale e tecnologica. «Un impasto di biologia e tecnologia, di natura e cultura» lo definisce Temporelli con uno sguardo che, pur riconoscendo molte criticità al rapporto uomo-macchina, alla fine resta positivo e, in prospettiva, ottimista. Alla presentazione del libro erano presenti molti studenti, anche delle scuole superiori, in particolare quelli del liceo scientifico “Scacchi” di Bari, in qualità di partner del Politecnico.
Il rettore, Francesco Cupertino, ha infatti consegnato alla delegazione dello Scacchi un simbolico riconoscimento di stima (nella foto sopra), essendo tra le scuole da cui proviene il maggior numero di diplomati che si immatricolano al Politecnico (ad ogni appuntamento di PoliScienza partecipa una scuola). Un modo per fare allo stesso tempo orientamento agli studi universitari e confrontarsi su temi di attualità scientifica e tecnologica.
Foto di copertina di natureaddict da Pixabay