I dati sono contenuti in una classifica che fa capo all’Università di Leiden, nei Paesi Bassi e si basano sugli indici bibliometrici. Il Politecnico di Bari è terzo in Italia per la percentuale di articoli più citati nella top 10%
È una ricerca a forte impatto internazionale, quella del Politecnico di Bari. Lo dimostrano i dati del CWTS Leiden Ranking 2024, piattaforma online dell’Università di Leiden, nei Paesi Bassi, dedicata alle performance scientifiche di oltre 1500 università in tutto il mondo, basata sull’utilizzo degli indicatori bibliometrici. Nel triennio 2019/2022, Poliba è la terza università in Italia, dopo Humanitas University e Università Vita-Salute San Raffale, di Milano, per numero di pubblicazioni che si trovano nella top 10 delle più citate in assoluto.
Su 944 articoli complessivamente considerati, pubblicati in quel triennio su riviste scientifiche indicizzate, 129 di essi (il 13,7%) si trovano infatti nel 10% di quelli che hanno ricevuto il maggior numero di citazioni, all’interno di altri articoli scientifici. Gli indicatori utilizzati per il Leiden Ranking sono il numero di tutte le pubblicazioni scientifiche di ogni ateneo nel periodo di riferimento; il numero di pubblicazioni top 10% dello stesso ateneo e la percentuale di queste ultime rispetto al totale, ossia il primo parametro. Con questi indicatori, Poliba è dunque terzo in Italia e 109esimo nel mondo. Restringendo, poi, il campo di ricerca all’ambito delle Scienze fisiche e dell’Ingegneria, in quella stessa top 10 il Politecnico di Bari risulta primo in Italia. Lo stesso risultato si ottiene nell’ambito della Matematica e Informatica.
«I ranking internazionali non sono mai facili da interpretare – commenta il rettore del Politecnico, Francesco Cupertino – tuttavia questo mi sembra un dato molto interessante, perché riguarda in modo asettico il numero delle pubblicazioni e l’impatto che queste hanno nella comunità scientifica». A differenza di molte altre classifiche internazionali, infatti, CWTS Leiden Ranking si basa esclusivamente sui dati bibliometrici, ottenuti da banche dati open access (non c’è traccia, ad esempio, del meccanismo delle interviste, che generano un punteggio che riguarda la reputazione degli atenei).
Con il 13.7% delle pubblicazioni nel top 10, Poliba è dunque sopra la media per quanto riguarda il cosiddetto impact factor (viceversa, chi non arriva al 10% è sotto la media). Ai primi posti della classifica mondiale ci sono atenei come Princeton, MIT, Harvard, Stanford e Caltech. In Italia, il Politecnico di Milano è a quota 11,4%, 14esimo in classifica mentre il Politecnico di Torino è 37esimo, con un 10,1% di pubblicazioni top. Dal punto di vista puramente numerico, la classifica italiana è dominata dall’Università La Sapienza, di Roma, in un comprensibile rapporto tra le dimensioni dell’ateneo e la capacità di produzione scientifica. Per dimensione, la prima europea è Oxford, venticinquesima. Mentre, a livello globale, 8 università tra le prime 10 e 15 tra le prime 20 per numero di pubblicazioni, sono cinesi.
«Ci confrontiamo in uno scenario sempre più internazionale – commenta il rettore
Cupertino –nel quale il Politecnico di Bari potrà svolgere un ruolo da
protagonista in settori-chiave per lo sviluppo sostenibile come l’energia, la trasformazione digitale, la mobilità sostenibile e, in particolare, l’aerospazio. I prossimi anni saranno decisivi – aggiunge Cupertino – per posizionarsi in un contesto globale nuovo, nel quale Cina e Stati Uniti si consolideranno come paesi leader per la produzione scientifica ed emergeranno paesi in via di sviluppo, come l’Africa, che saranno interessati da un’esplosione demografica. Guardiamo dunque al futuro – conclude il rettore del Politecnico di Bari – consapevoli di poter essere un punto di riferimento per la ricerca d’eccellenza e l’innovazione tecnologica, nei confronti di un bacino molto più ampio di studenti, partner industriali, startup e professionisti, in Italia e nel Mediterraneo».