Il rettore Cupertino alla Space Week nel Padiglione Italia: Il modello pubblico-privato funziona. Ora siamo pronti a sfide sempre più internazionali
Su un punto, in particolare, concordano la politica, l’impresa e il sistema universitario della Puglia a proposito di risorse, sviluppo e strategie per il futuro: è stata la capacità di lavorare in sinergia, mettendo insieme istituzioni e aziende, laboratori di ricerca e start-up, a fare della regione uno dei territori più attraenti a livello internazionale, nei settori più promettenti dell’economia. Su tutti, l’aerospazio.
Questa riconosciuta attitudine pugliese, nel momento cruciale in cui il Paese si mobilita per la ripartenza, deve ora strutturarsi e rafforzarsi sempre più in un sistema pubblico-privato dell’innovazione: per vincere le sfide dei prossimi anni, bisogna infatti garantire un rapido ed efficace trasferimento tecnologico alle aziende, ma anche favorire e sostenere la nascita di nuova impresa innovativa. È questo il messaggio arrivato nei giorni scorsi dal padiglione Italia all’Expo Dubai, durante la Space Week – la settimana dedicata al settore aerospaziale della Regione Puglia.
Ad accompagnare il presidente della Regione, Michele Emiliano, c’era anche il rettore del Politecnico di Bari, Francesco Cupertino, che ha illustrato alle imprese il nuovo corso impresso all’ateneo negli ultimi anni nel campo della ricerca applicata e dei rapporti pubblico-privato. «Questa collaborazione, sempre più stretta, l’abbiamo concretizzata già prima della pandemia – ha dichiarato Cupertino – sviluppando nuovi modelli di interazione e creando le condizioni perché la ricerca industriale e quella accademica potessero collaborare, aiutandosi vicendevolmente a guardare sia alle prospettive dei mercati sia allo sviluppo di nuove soluzioni, traducendo i migliori risultati della ricerca in opportunità di business».
Non a caso, a Dubai sono state presentate alcune delle imprese e start-up più innovative della Puglia, tra le quali Roboze, una PMI che opera nel settore dell’ingegneria meccanica e industriale. In particolare, questa azienda progetta e produce stampanti 3D industriali ad altissima precisione. Roboze, infatti, è risultata vincitrice del premio Start-Up promosso da ICE Dubai, l’Istituto per il Commercio Estero in occasione della Fiera GITEX Future Stars, il salone dedicato alla valorizzazione di start-up tecnologiche, incubatori e acceleratori internazionali che si svolge all’Expo Dubai. Ha presentato un mini-satellite spaziale stampato in 3D.
Un’altra start-up che si è fatta notare a Dubai è Rea, che ha presentato un prototipo di tuta spaziale realizzato in collaborazione scientifica con il Politecnico di Bari (nella foto sotto, il rettore Cupertino con gli startupper) e con altre realtà locali e internazionali. Altamente innovativa sul piano dei materiali, del design e delle funzioni, questa tuta è dotata di un sistema di analisi e stimolazione continua della dinamica, governato da intelligenza artificiale, in grado di contrastare la perdita di massa ossea causata dall’assenza di gravità. In questo modo, l’astronauta guadagna capacità di movimento in orbita.
Hanno fatto parte della delegazione pugliese di imprese e start-up anche Brightcyde, Eikontech, Nextome, Phonema, Reco 3.26, SD Companies, Studio Amica, Eka S.r.l., Exprivia, Gielle, HB Technology, Lanit Tercom, Novotech, Planetek, R.I. Group.
«Abbiamo fatto crescere una generazione di giovani talenti – ha commentato il rettore Cupertino – adattando modelli e contenuti dei percorsi formativi alle esigenze delle aziende e ai cambiamenti del mercato del lavoro e i nostri modelli di open innovation sono oggi riconosciuti come best practice a livello internazionale. Durante la pandemia – ha proseguito il massimo rappresentante del Politecnico – in Puglia abbiamo continuato a collaborare con la politica e le imprese, aiutando quelle che volevano riconvertirsi alla produzione di mascherine e dispositivi di protezione e ora, sperando di lasciarci alle spalle la crisi economica, siamo pronti ad affrontare nuove sfide, su un terreno sempre più internazionale».
Per quanto riguarda l’aerospazio, il Politecnico è attualmente impegnato negli ambiti di ricerca più avanzati, in collaborazione con grandi aziende e multinazionali, ma sempre più orientato, per valorizzare, anche alle piccole e medie imprese: dai nuovi sistemi per la urban air mobility ai droni, sempre più elettrificati e autonomi, che potranno consentire la movimentazione di merci e passeggeri nelle nostre città; dai satelliti e microsatelliti fino agli spazioplani, per i voli nelle fasce alte dell’atmosfera, con particolare riferimento allo studio dei modelli di decollo e rientro per l’utilizzo dell’infrastruttura di Grottaglie come spazioporto europeo.
Ma non c’è solo ingegneria, perché il Politecnico, valorizzando le sue molteplici competenze in chiave interdisciplinare, sta lavorando anche alle nuove frontiere dell’architettura e del design, con i progetti di abitazioni che ospiteranno l’uomo sulla Luna e poi su Marte, in collaborazione con gli altri politecnici italiani e con il centro SICSA (Sasakawa International Center for Space Architecture) di Houston, negli USA. Un filone di ricerca importante è, in generale, quello dello studio e sviluppo dei modelli di business legati alla space economy, contribuendo all’ingresso nel settore aerospaziale di PMI che provengono da altri settori, grazie anche alla collaborazione con ESA – agenzia spaziale europea – nell’ambito della quale il Politecnico ha attivato il secondo ESAlab italiano.
Dubai non è stata, dunque, una semplice vetrina, ma un’occasione concreta per la politica, le imprese e accademia di allargare i confini, trovare nuove opportunità e stimoli per continuare a lavorare per la Puglia, perché possa diventare sempre più una regione universitaria e aerospaziale, una regione capace di trattenere i propri talenti ed attrarne sempre più dal resto del mondo.